PERIODICO DI INFORMAZIONE E CULTURA DELL’EST VERONESE

Direttore Paola Tramarin – Editore Gruppo Master

Tra le novità della Fase Due, annunciata dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, c’è anche quella di calmierare il prezzo delle mascherine che, a partire dal 4 maggio, a detta del premier dovrebbero essere vendute nelle Farmacia , nella grande distribuzione da tabaccai edicolanti e quant’altro a un prezzo intorno a 0,50 centesimi. A stabilire il nuovo prezzo di vendita è un’ordinanza del commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, che mira a calmierare i prezzi delle mascherine chirurgiche. Un modo per evitare truffe e speculazioni: ma è un’ipotesi sostenibile per le farmacie?
Abbiamo raggiunto telefonicamente il dottor Paolo Pomari, titolare dell’omonima farmacia di San Martino Buon Albergo, per avere qualche delucidazione riguardo la scelta del Governo di poter vendere ai cittadini le mascherine chirurgiche a 0,50 centesimi, con relativa esenzione dell’Iva. Come procede tutto questo?
“Tantissime sono le persone che vengono qui da noi in farmacia richiedendo, giustamente, le mascherine a 50 centesimi ma a tutti dobbiamo spiegare un paio di dettagli che è giusto si sappiano” ci dice il dott. Pomari. “In realtà il costo di ogni mascherina è di 0,61 cent., in quanto, noi la acquistiamo con il ricarico dell’IVA (al 22 %, peraltro, come i beni di lusso!) perché, nonostante il Presidente del Consiglio, in conferenza stampa, abbia comunicato l’esenzione della tassa, a tutt’oggi non è stata tolta. Inoltre, ci sono grossi problemi a reperire queste mascherine in quanto nessun fornitore abituale le può consegnare a quel prezzo (le ultime che abbiamo acquistato ci sono costate euro 1,12) e quelle che riusciamo ad ottenere sono contingentate ed insufficienti a soddisfare la richiesta (ne abbiamo ricevute solo 200). Volevo sottolineare che non siamo noi farmacisti a non volerle vendere, non siamo noi farmacisti a “marciarci” consigliando altri tipi di mascherine, più costosi, ma la verità è che non ci arrivano e nessuno fornisce indicazioni su dove sia possibile reperirle in quantità a prezzo calmierato La gente si sfoga su di noi, a ragione per carità, ma si deve capire che ci hanno lasciato in prima linea da quando è iniziata questa pandemia, hanno dato notizie non vere, o meglio, parziali, alla popolazione e noi farmacisti dobbiamo arrangiarci al meglio dovendo sottostare alle proposte di acquisto di dpi venduti a noi a prezzi sicuramente non in linea con quanto era nella disponibilità precedente al covid19 , costretti in molti casi a pagare anticipatamente merce che poi non è mai stata consegnata, senza ricevere supporti di alcun genere. Siamo qui presenti con tutto il nostro personale da oltre due mesi a dispensare il consueto sorriso dietro le nostre mascherine pur con la giustificata paura di questa pandemia e come noi tutte le farmacia indistintamente in prima linea senza ricevere dallo Stato nessun tipo di presidio, non ci è stato fatto nessun tampone e stiamo gestendo la situazione con le nostre forze, e la correttezza con la quale la categoria si sforza di operare è certificata dai costanti controlli effettuati sia dal NAS che della Guardia di Finanza ( anche durante il turno domenicale!) che vengono a fare ispezioni mirate alla congruità della dispensazione dei presidi.” Duro lo sfogo del dottor Pomari che non ci sta a passare da “speculatore” quando deve spiegare l’attuale situazione della vendita di mascherine chirurgiche avocando per la categoria il ruolo di professionista del farmaco e non quello di commerciante di mascherine o quant’altro e vuole fare chiarezza.